La Resistenza e la montagna

Durante gli anni del regime fascista, l’andare in montagna aveva subìto una forte politicizzazione, tesa a identificare nell’alpinista un possibile uomo nuovo. Da un lato il fascismo incentivò la frequentazione della montagna come luogo di una diffusa pratica sportiva, tesa a formare una massa di alpinisti capaci di trasformarsi in guerra in valorosi alpini. Dall’altro lato il regime favorì anche a livello propagandistico un’élite di scalatori capaci di compiere prime ascensioni di estrema difficoltà e di portare l’alpinismo italiano ai vertici internazionali. Secondo queste finalità, a partire dal 1927 il Cai iniziò a subire una serie di intromissioni e di attacchi alla sua tradizione liberale, prima fra tutte il suo inserimento coatto nel Comitato olimpionico nazionale italiano, avvenuto nel febbraio del 1927.

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I percorsi

Dalla Villa Masnada di Mozzo a Petosino

Segnavia 712 (sui colli di Sombreno)
Tempo: 1 h 45′
Ripari: sì
Acqua: sì

Da Villa d’Almè a Monte di Nese

Segnavia 712 (sui colli di Sombreno)
Tempo: 1 h 45′
Ripari: sì
Acqua: sì

Da Clanezzo alla Cascina Como

Segnavia 712 (sui colli di Sombreno)
Tempo: 1 h 45′
Ripari: sì
Acqua: sì

Da Catremerio a Sant’Antonio Abbandonato per il Corno dell’Arco

Segnavia 712 (sui colli di Sombreno)
Tempo: 1 h 45′
Ripari: sì
Acqua: sì

Da Cornalba alle Casere dell’Alben


Segnavia 712 (sui colli di Sombreno)
Tempo: 1 h 45′
Ripari: sì
Acqua: sì

Dal ponte del Becco a Cantiglio e alla Vitali Pianca

Segnavia 712 (sui colli di Sombreno)
Tempo: 1 h 45′
Ripari: sì
Acqua: sì

Da Pizzino al rifugio Cazzaniga per i piani dell’Alben

Segnavia 712 (sui colli di Sombreno)
Tempo: 1 h 45′
Ripari: sì
Acqua: sì

Da Vedeseta al culmine di San Pietro

Segnavia 712 (sui colli di Sombreno)
Tempo: 1 h 45′
Ripari: sì
Acqua: sì